WEINGUT PARDELLERHOF
Il Maso Vinicolo Pardellerhof è a Marlengo, direttamente sul sentiero della cultura del vino. Una strada a tratti panoramica immersa tra vigneti e meleti. Con l’amico Attilio, che mi accompagna spesso nel corso delle interviste, capiamo di essere nei pressi dell’azienda quando all’uscita di una curva troviamo un’angolo da immortalare nella memoria e nei ricordi fotografici, un’installazione che rappresenta un Reber (il tipico falcino per le viti), un totem in legno ed una panchina contemplativa. E’ maggio, primissimo pomeriggio, un cielo a tratti nuvoloso la cui luce rende il verde delle foglie brillanti ed incantevoli.
Ho conosciuto Erwin al mercato dei Vignaioli Indipendenti tenuto a Bologna e l’ho rivisto al Vinital; si è prodigato nell’aiutarmi ad organizzare la prima serie di interviste oltre che presentarmi qualche collega vignaiolo da intervistare, ed ho percepito immediatamente di aver incontrato una persona disponibile e professionale.
Erwin, originario di Salurn, nel sud dell’Alto Adige, ha studiato viticoltura a Geisenheim, San Michele ed Udine. Dopo una parentesi che lo ha visto come insegnante nella scuola tecnica del Centro sperimentale altoatesino di Laimburg, ha lavorato come consulente per la gestione delle cantine in Alto Adige ed è riconosciuto e stimato dai colleghi. La famiglia Eccli-Mitterer si è specializzata con grande dedizione in due autentici ambiti della vita rurale: la produzione di vino e le vacanze in agriturismo. Siamo accolti in azienda con la calda ospitalità che lo contraddistingue e subito inizia a raccontarci del Maso: “Pardellerhof è una storica azienda agricola a conduzione familiare risalente al 1285. Il Maso è stato menzionato per la prima volta in documenti ufficiali nel 1285 ed il nome deriva dal tardo latino “Pratellum”, che significa “piccolo prato” interpretato come un piccolo appezzamento di terreno (parcella), per più secoli di proprietà del monastero bavarese di Steingaden, utilizzato per le necessità enologiche della stessa comunità possidente. Nel 1714 è stata acquistata dagli antenati della famiglia di mia moglie e per molte generazioni, è stato tramandato di padre in figlio mentre nelle ultime due generazioni, le figlie hanno ereditato la proprietà.
In origine, si produceva tutto ciò che era necessario per l’alimentazione della famiglia, c’erano pascoli per il bestiame, terreni coltivati per i cereali, boschi per il legname, frutteti, orti e, naturalmente, vigneti ma nel corso del tempo, l’azienda ha dovuto adattarsi ai vari cambiamenti, sia nella struttura che nella gestione passando per la produzione. Con la meccanizzazione agricola moderna, l’allevamento del bestiame è stato abbandonato ed i terreni coltivati sono stati trasformati in frutteti per la coltivazione delle mele, commercializzate attraverso la cooperativa frutticola di Marlengo. I migliori vigneti sono rimasti intatti.”
Nel corso dell’intervista troviamo conferma del carattere aperto di Erwin con una comunicatività espressiva interessante.
Anita ed Erwin hanno preso in gestione il maso nel 2014 ed hanno voluto dare una nuova direzione sostenibile alla piccola azienda, intraprendendo la strada della produzione e commercializzazione del vino prodotto nel Maso. Alcuni frutteti sono stati convertiti in vigneti, hanno ristrutturato e rinnovato la cantina storica, trasformato la vecchia stalla in una cantina edutilizzando il vecchio fienile come magazzino. Il Maso dispone anche di quattro appartamenti per vacanze con area piscina, è evidente che per loro, la natura è la base di tutto, vivono in armonia con essa, la rispettano e la trattano con cura. I vini, prodotti artigianalmente e con amore per i dettagli, raccontano la storia del territorio.
Nel corso dell’intervista Erwin non si ferma a parlare soltanto del Maso o di se, piuttosto tende ad accompagnarci in un viaggio culturale tutto altoatesino illustrando la storia e delle leggi che regolamentano i Masi, gli sforzi dei produttori che hanno pochi ettari – se non meno – ed al lavoro che c’è dietro ogni bottiglia; nel corso di questo viaggio ci soffermiamo ad ammirare la pulizia e l’ordine del giardino e del reparto animali da cortile ove sembrano attenderci dei bellissimi coniglietti.
“Abbiamo un ettaro e mezzo dedicato alla vite, e produciamo circa 10.000 bottiglie con diversi bianchi, rossi e rosè. Sono enologo ed in quanto tale mi piace sperimentare, amiamo lavorare con la natura, perché la natura è la nostra base. Amiamo la varietà che il nostro lavoro offre, amiamo l’indipendenza di realizzare sempre nuove idee. Produciamo al maso vini autentici e genuini che raccontano da dove provengono e chi li produce. Si tratta di vini tipici della varietà che devono essere rappresentativi anche dell’annata. La nostra filosofia e la nostra formazione professionale ci permette di produrre vini puri ed equilibrati e, allo stesso tempo, ci consente di sperimentare diversi metodi per produrre vini un po’ fuori dalle linee classiche”.
I vigneti si trovano sulle colline moreniche di Marlengo a circa 380 metri sul livello del mare. Si tratta di terreni piuttosto profondi con un alto contenuto di vari tipi di rocce: mica, feldspato, granito, porfido e scisto. I sistemi di coltivazione sono sia tradizionali (pergola) che moderni (Guyot). Non tutti i vigneti sono accessibili con mezzi agricoli pertanto molti lavori devono essere eseguiti a mano.
Erwin continua nel suo racconto ed evidenzia che al Pardellerhof vengono coltivati Moscato Giallo, Sauvignon Blanc, Pinot Grigio e diverse varietà PIWI (acronimo di pilzwiderstandfahig, ovvero varietà resistenti ai funghi) tra cui anche Bronner. Questi appezzamenti sono esposti a sud-est, piuttosto ripidi ma accessibili. Sono posizioni più fresche che producono vini aromatici freschi con un gusto deciso e un’eleganza raffinata. La collina dove cresce il Vernatsch è invece esposta a sud ed è molto più calda, porta il nome “Herrenleit”. Le viti sono coltivate con il sistema tradizionale della pergola e tutto il lavoro nel vigneto viene svolto a mano. A quote più basse, sulla collina in declivio, crescono Lagrein, Merlot e Tannat. Le uve vengono lavorate nella cantina del maso ed i vini vengono conservati in botti di acciaio o in legno fino all’imbottigliamento.
Mi piace molto l’attenzione che la famiglia dedica alla sostenibilità, una dedizione che sembra nascere da lontano, da prima che questo termine diventasse “di moda”:
“La base di tutto è la sostenibilità nella gestione del vigneto. Scegliamo metodi che rispettano la natura e materiali naturali per la coltivazione delle viti. Gli impatti sull’ambiente devono essere ridotti al minimo. In sostanza, utilizzare metodi ecologici nella protezione delle piante è uno stile di vita e non solo una decisione produttiva. Infatti, anche l’energia utilizzata in cantina, in casa e negli appartamenti per vacanze proviene esclusivamente da fonti rinnovabili. Il fabbisogno energetico è completamente coperto dal nostro impianto fotovoltaico. In estate, l’acqua calda viene riscaldata esclusivamente con collettori solari. In inverno, riscaldiamo con il legno proveniente dal nostro bosco e dagli impianti di frutteti e vigneti.”
L’imbottigliamento è demandato alla cooperativa Maschinenring Weinbau Keller della quale il Maso è socio fondatore.
Mi soffermo sulle attività commerciali dell’azienda per far giungere i prodotti sul mercato. Un buon 50% della produzione è venduta direttamente in loco tra degustazioni, turisti che ritornano per rinnovare la dispensa di famiglia e consumi degli appartamenti. Il resto è venduto a piccoli commercianti locali ed un distributore nazionale.
Da aprile a ottobre, ogni mercoledì sera viene offerta una visita guidata alla cantina con degustazione di vini ed una merenda esclusiva altoatesina. Particolare attenzione viene data a prodotti di alta qualità provenienti da aziende agricole della regione. La merenda si svolge nella cantina storica. E’ l’occasione ideale per provare i vini, e perché no, i buonissimi succhi di mela.
Chiudo con una bellissima espressione di Erwin che può lasciarci in una stimolante meditazione.
“..penso che la nostra generazione prende in gestione il maso solo temporaneamente ed “in prestito” per poi passarla nelle mani delle future generazioni. È quindi logico per noi trattare l’eredità con rispetto.”
Prima Parte: https://www.youfooditaly.com/2024/05/01/reportage-tra-vignaioli-e-cantine-del-burgraviato/
Seconda Parte: https://www.youfooditaly.com/2024/05/17/reportage-tra-vignaioli-e-cantine-del-burgraviato-seconda-parte/
Quarta Parte: https://www.youfooditaly.com/2024/06/15/quarta-puntata-per-il-reportage-tra-vignaioli-e-cantine-del-burgraviato/
Sesta Parte: https://www.youfooditaly.com/2024/07/17/reportage-tra-vignaioli-e-cantine-del-burgraviato-3/